Una popolazione mista di artieri, naviganti, marinai e agricoltori ha abitato questo luogo, Netium, che si estendeva sulla costa da Scizzo a Calafetta con una superfice che, per circa un chilometro, si addentrava nell’entroterra sino al limite occidentale del territorio dell’attuale Comune di Noicattaro.
Tra il VI e il X secolo d.C., tutta la Puglia e i centri marini prossimi a Bari furono devastati e distrutti dagli Ostrogoti e dai Greci, i quali occuparono la Puglia una seconda volta dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.). L’opera devastatrice e distruttrice fu completata dai Longobardi e dai Saraceni che divennero padroni dell’Italia meridionale (dal 661 all’815 d.C.).
Fu durante queste feroci lotte che la cala fu abbandonata dagli abitanti che si rifugiarono nell’entroterra a circa 4 chilometri. Nonostante questa immane tragedia, gli abitanti del luogo, ritornarono; dapprima i pescatori, successivamente gli altri.
In questa cala, il mare forma naturalmente un largo stagno con accumulo di alghe trasportate nell’insenatura dai forti venti di Maestro, Settentrione e Greco, che nei giorni di mare calmo e di calura estiva aumentano a dismisura. Ciò ha sempre rappresentato il pericolo più temuto per la salubrità del luogo sino ad essere divenuto causa di infestazione di malaria. Fu per questi motivi che alla cala fu attribuito successivamente il nome di “Cala infetta”, per poi divenire, per “consumazione linguistica” nell’uso, “Calafetta“.
Quando non esisteva il “Circolo dei forestieri”, l’odierno “Circolo Unione”, i coniugi Kolezan, intorno alla metà del secolo scorso, sulla rada sottostante il ponte di “Calafetta”, sul lato sud, fecero sorgere un accogliente e moderno Lido, di breve durata, a cui diedero il nome di “Piccola Nizza“.